Pubblicato il: 09/05/2024

Il legislatore di recente è intervenuto in materia di riforma fiscale, introducendo una misura particolarmente favorevole nei confronti di soggetti nullatenenti gravati da debiti col fisco.
Infatti, secondo le nuove disposizioni di recente approvate, qualora l’Agenzia per la Riscossione non riesca a riscuotere le somme a credito nel termine di cinque anni, è previsto lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali.

La riforma prevede inoltre la possibilità, dopo sei mesi dalla notifica della cartella al debitore, di effettuare un discarico anticipato delle somme, in tutti quei casi in cui l’Agenzia per la Riscossione, a seguito di accertamenti effettuati nell’Anagrafe tributaria, constati l’assenza di beni da aggredire nel patrimonio del debitore e quindi l’impossibilità da parte del medesimo di pagare quanto dovuto. A seguito del discarico, l’Agenzia per la Riscossione restituirà il ruolo all’Agenzia delle Entrate.

La ragione di tale riforma risiede soprattutto nella volontà da parte del legislatore di liberare l’Agenzia delle Entrate Riscossione dal compito di riscuotere crediti particolarmente complessi.
A tal proposito, infatti, la riforma ha previsto che “il discarico non comporta automaticamente l’estinzione del debito, pertanto l’Ente creditore può provvedere autonomamente alla riscossione del credito non prescritto o, in presenza di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore, riaffidarlo ad AdER.”

Ciò significa che, fino alla prescrizione del credito, l’Agenzia delle entrate ha due possibilità.
In primo luogo, essa può affidare la riscossione coattiva delle cartelle esattoriali a soggetti privati che saranno individuati tramite apposita procedura di gara ad evidenza pubblica.
Ancora, il legislatore ha previsto che, nell’ipotesi del discarico anticipato e comunque entro il termine del 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento, l’ente creditore (ad es. Agenzia delle entrate o INPS) possa riaffidare la riscossione del credito all’Agenzia della Riscossione, purchè però segnali alla stessa la presenza, nella sfera patrimoniale del debitore, di nuovi beni aggredibili.

Tale previsione, tuttavia, non è priva di criticità sotto il profilo giuridico.
Essa rischia di entrare in conflitto con la norma generale in materia di responsabilità patrimoniale, ovvero l’art. 2740 c.c. La norma citata infatti prevede che “il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.”
È chiaro, quindi, che introdurre una disposizione normativa che preveda lo stralcio immediato (o comunque dopo il decorso di un breve termine, ovvero 5 anni) determini indubbiamente un trattamento di particolare favore nei confronti dei debitori nullatenenti, ma al contempo produca una differenza di trattamento rispetto agli altri cittadini, ponendosi in violazione del principio di uguaglianza.

In sintesi, la riforma persegue un duplice obiettivo: da un lato, venire incontro alle esigenze dei debitori in condizioni particolarmente svantaggiose, dall’altro agevolare il lavoro dell’Ente di riscossione con riferimento a crediti particolarmente complessi.


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